Questa recensione del “libro di Totti” è un regalo di Pasquale Cavorsi, art editor di Internazionale e giornalista.
“Ma Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore. Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia”.
La leva calcistica della classe ’68, di Francesco De Gregori (1982)
Quando il 29 giugno del 2000, nella semifinale degli Europei contro l’Olanda, Francesco Totti tirò il rigore, facendo il famoso cucchiaio, avrà avuto sicuramente paura. Andò bene. L’Italia si qualificò per la finale che, però, perse contro la Francia. E come Nino anche il giocatore Totti non è giudicato solo per un calcio di rigore. Nel suo libro autobiografico scritto insieme al giornalista Paolo Condò, racconta la sua vita calcistica e privata fatta, anche, di coraggio, altruismo e fantasia, proprio come nella canzone.
Totti è il secondo calciatore italiano che ha segnato più reti in campionato (250 in serie A). Il primo ad aver disputato più partite (619). Premiato miglior giocatore italiano per cinque volte. Nel 2007 miglior giocatore europeo. Nel 2001 vince lo scudetto con la Roma. E poi due coppe Italia e due Supercoppe. Nel 2006 i mondiali di calcio. Una bandiera della Roma, un simbolo di Roma. La persona più amata della città dopo il Papa… forse. Per scrivere tutto questo c’è bisogno di spazio e il libro, di 512 pagine, è una raccolta di aneddoti e un insieme di cronache sportive che vanno da via Vetulonia allo stadio Olimpico.
Il coraggio. Quello di un calciatore che decide di lasciare la nazionale di calcio. C’è il coraggio di restare nella stessa squadra nonostante le offerte di club nazionale ed europei. E c’è il coraggio di un ritiro che sembrava non dovesse arrivare mai.
L’altruismo. Quello calcistico con i suoi passaggi per far segnare i compagni. L’altruismo di farsi da parte e giocare sempre meno quando l’età si fa sentire. E poi l’altruismo delle sue tante campagne di beneficienza.
La fantasia. Zeman lo definisce il giocatore più forte che abbia mai allenato chiamandolo Stella. E questo basta. Ma non basta il libro per questo. Ogni episodio raccontato, ogni azione e ogni passaggio andrebbe rivisto su Youtube.
Totti si chiede più volte ”che cosa devo fare per essere degno di un amore così folle, così assoluto, così esagerato?”. Ecco, il rigore contro l’Olanda, il coraggio, l’altruismo e la fantasia sono sufficienti. Ma se non dovesse bastare aggiungete voi qualcosa pescandola tra le righe del libro.
Un capitano, di Francesco Totti con Paolo Condò, Rizzoli, 2018