Ho già avuto modo di raccontare (in quest’occasione – qui le slide) che durante il mio primo anno di insegnamento ho insegnato solo geografia: per 18 ore a settimana, nella scuola secondaria di primo grado.
Attingo a quell’esperienza per proporre un’attività semplicissima per la prima ora di geografia in una seconda media di cui si è appena fatta la conoscenza.
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L’attività in sintesi
Obiettivi: rompere il ghiaccio con una classe nuova e fare una prima osservazione sulle conoscenze di lettura del paesaggio e linguaggio della geograficità.
Occorrente: cartoline, quelle che ci spedivamo una volta. Sceglietene alcune che rappresentino luoghi e paesaggi diversi, e distribuitele alla classe.
Durata: un’ora.
Svolgimento: si distribuiscono le cartoline e si dà un tempo (5 minuti possono bastare) per osservarle e radunare le idee; al termine del tempo dato, gli studenti esporranno oralmente all’insegnante e ai compagni, in un tempo precedentemente stabilito (1-2 minuti a esposizione possono andare bene) la loro lettura del paesaggio raffigurato sulla cartolina. Le cartoline “in lettura” vengono via via mostrate ai compagni, in modo che se necessario possano aggiungere osservazioni pertinenti e contribuire così al ripasso collaborativo che si genera durante l’attività.
Questa è la base, che consente molte possibili variazioni sul tema. Per esempio:
- l’insegnante può dare delle regole, ad esempio, sul numero di termini geografici da utilizzare;
- la consegna può prevedere di localizzare il luogo sulle carte, sul planisfero o sul mappamondo;
- se ce n’è la possibilità, si può usare Google Earth per vedere dove si trovano i luoghi fotografati nelle cartoline e com’è cambiato il paesaggio rispetto all’epoca della foto;
- si può chiedere agli studenti di riassumere le loro osservazioni in un breve testo, e osservare così come organizzano informazioni e testo;
- se la situazione lo consente, il lavoro si presta a essere svolto a coppie, assegnando una cartolina ogni due studenti; gli studenti si confronteranno e concorderanno un’unica lettura del paesaggio da presentare al resto della classe . Questa era la soluzione che preferivo prima della pandemia, perché la componente collaborativa rende più stimolante qualsiasi attività (e permette all’insegnante di osservare anche le modalità di interazione della classe).
Conclusione e valutazione: ho sperimentato l’attività soprattutto come spunto per avviare il dialogo e “iniziare a capire” cosa gli alunni ricordano o cosa avrebbero bisogno di ripassare. A conclusione dell’attività, di solito propongo un ripasso più strutturato di alcuni temi emersi dalla conversazione (può proseguire nei giorni successivi, sul libro di testo o con materiali proposti dall’insegnante).
il tocco in più
Per l’attività di osservazione del paesaggio si possono usare, ovviamente, foto prese da libri o riviste (attingendo ancora alla mia esperienza: in questi casi fermo le pagine in modo che si aprano sull’immagine da osservare, affinché l’attenzione non si disperda).
Ma le cartoline offrono quel tocco in più: in genere alunni e alunne le osservano con più curiosità, specie se portate in classe vere cartoline che voi o la vostra famiglia avete ricevuto in altre epoche.
Le cartoline che uso io vengono da casa mia: da piccola le collezionavo. Ovviamente le ho selezionate in funzione della varietà di paesaggi che volevo portare in classe, e anche di quel che può essere mostrato: gli studenti infatti sono autorizzati – anzi invitati – a leggere il retro della cartolina per ricavarne indicazioni sul luogo fotografato e sul terminus ante quem della foto. Apprezzo particolarmente che rintraccino questi indizi e li utilizzino, anche stabilendo inferenze, nella loro analisi. D’altro canto sono sicura che ci saranno anche domande sui mittenti, i destinatari e i messaggi scritti nelle cartoline, quindi… docenti, tenetevi pronti!
Note:
L’attività ti è piaciuta e pensi di proporla in classe? Se ti va, fammi sapere com’è andata!
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