Ho intervistato un Premio Nobel

La notizia del Nobel per la Pace a Denis Mukwege è arrivata mentre, di nuovo al festival di Internazionale a Ferrara, seguivo un workshop di fact checking tenuto da Nicolas Niarchos, fact checker (“verificatore di fatti”) del New Yorker. Confesso che mi sono emozionata e quindi sul finale della prima lezione mi sono un po’ distratta, ma mi posso giustificare:

  1. Mukwege si spende da molti anni per denunciare le violenze che le donne subiscono nella regione della Repubblica Democratica del Congo in cui vive. Il Nobel – a cui era stato già candidato nel 2014, quando lo intervistai – farà sentire la voce delle donne a livello mondiale e dà riconoscimento all’impegno di questo ginecologo che voleva far nascere bambini e si è trovato invece a ricucire corpi distrutti, ma non si è rassegnato all’orrore e ha deciso di denunciare. Nonostante minacce, un attentato e una vita sotto scorta, continua a farlo. La giornalista belga Colette Braeckman, esperta di Africa, ha raccontato il medico congolese nel libro Muganga. La guerra del dottor Mukwege (Fandango). Di cosa succede in Repubblica Democratica del Congo avevo scritto, sempre nel 2014, per Giornalisti Nell’Erba. 
  2. A Ferrara avevo intervistato Denis Mukwege e a Ferrara quattro anni dopo ho gioito per il riconoscimento che gli è stato attribuito. Nel 2014 da giornalista, nel 2018 da insegnante giornalista, mentre seguivo un corso di verifica delle notizie i cui contenuti riporterò a scuola. Saper distinguere le notizie vere da quelle false è essenziale al giorno d’oggi: mica vorremo trascurare di parlarne ai nostri alunni. Tra parentesi, la mia scuola aderisce al progetto Generazioni Connesse e saper distinguere fatti da opinioni, notizie vere da fake news, fonti attendibili da fuffa è una competenza che non deve mancare a noi insegnanti, affinché possiamo fare dei nostri alunni buoni cittadini e decisori consapevoli – ed esserlo noi stessi per primi. Ma dicevo: essermi trovata a Ferrara in due momenti diversi e in due vesti professionali diverse, e due volte a contatto con la storia e l’esempio di Denis Mukwege, mi ha dato la sensazione che tout se tient – che per chi come me ha alle spalle molte vite professionali è una sensazione che  ciclicamente si ripete, ma è sempre emozionante. 
  3. Nel 2014 avevo avuto una buona intuizione e oggi posso dire che ho intervistato un Premio Nobel. Non capita tutti i giorni. Soprattutto, non capita tutti i giorni di sapere le cose prima e meglio degli altri, ma a me succede, perché studio e mi informo. Studiare e informarsi, e saperlo fare, e mantenere l’abitudine a farlo, è importante e indispensabile. Questa consapevolezza e questa competenza sono le cose più importanti che porto con me a scuola, modestamente.